Il mio strumento di formazione (riflessione, confronto, approfondimento) preferito è e sarà sempre quell’oggetto che prende il nome di libro.

Credo che non ci sia niente di meglio che isolarsi da tutto e immergersi nelle pagine scritte fitte fitte senza nessuno che ti invii notifiche o ti proponga di acquistare qualcosa ogni cinque secondi. Quando trovo un libro particolarmente stimolante per Wedpreneur Academy te lo racconto qui sul blog, come ho già fatto nei mesi scorsi.

Il libro di cui ti parlo oggi è una biografia, un genere che scelgo sempre più spesso perché leggere le storie di persone che ce l’hanno fatta ci mette di fronte ad una prospettiva nuova e ci stimola.

Per prima cosa una persona di successo (e qui parlo di successo in grande stile, altrimenti non avrebbero scritto una biografia no?) non è nata ricca e famosa e scoprire il viaggio verso la realizzazione del suo sogno, qualsiasi esso sia, è sicuramente interessante, ma credo che la parte migliore consista nel capire come questa persona abbia sfruttato i propri talenti, superato le difficoltà, gestito il successo quando è arrivato.

Le biografie sono fonte di ispirazione e per questo ti invito a leggerle e le condivido, talvolta, con te.

Questa volta ti parlo della biografia di Oscar Farinetti, colui che ha creato giusto due cosette: Unieuro e Eataly. Diciamo che Eataly e tutta la filosofia che sottende il progetto (la promozione della biodiversità italiana e il cibo come cultura) è uno dei motivi per cui ammiro Farinetti e mi ha portato ad acquistare il libro. Com’è andata? Sicuramente interessante ma un po’...monotono? Non ho apprezzato la voce narrante affidata ad una scimmietta che non è riuscita a risultarmi simpatica.

Peccato perché di cose interessanti in quelle 500 e più pagine ce ne sono! Riassumo qui per te le lezioni che possiamo portarci a casa da questo imprenditore illuminato.

“Bisogna incominciare dalle cose più semplici, non da quelle più difficili” - Sembra banale ma il protagonista ha imparato questa lezione a sue spese. Ha avuto fretta, non ha analizzato la situazione a dovere, ha voluto strafare e le cose non sono andate bene. Ci serva da lezione quando pensiamo al colore del logo, a cercare l’ufficio in centro città, a metterci online prima di aver capito dove vogliamo andare e una cosa ancora più importante: come fare bene il lavoro di wedding planner. 

“Non c’è niente di più grande della capacità di far sentire gli altri ciò che provi. Più sei bravo e più il tuo pubblico ti seguirà. Un fatto, per quanto importante, se non è raccontato non esiste” - Lo storytelling è una delle chiavi del successo di Eataly ed è un grande post-it che dovremmo mettere sulle nostre scrivanie. Soprattutto per chi pensa che comunicare non sia necessario, che si possa fare “solo un po’”, che i clienti arriveranno per magia. Puoi essere la wedding planner più brava del mondo, ma non lavorerai mai se non lo farai sapere a tutti!

“Per tre anni Oscar non andò mai in vacanza e lavorò sette giorni alla settimana. Così pure i suoi soci” - Non ti sto invitando a fare la stessa cosa ma solo a farti presente che le persone di enorme successo hanno lavorato e si sono impegnate tanto tanto tanto per arrivare dove sono ora. Noi vediamo il risultato finale ma non sappiamo nulla di quello che succede dietro le quinte. Tu cosa sei disposta a fare per realizzare il tuo sogno?

“Quando vieni da me con un problema, portai anche la tua idea di soluzione” - Sono stata felice di trovare questa regola nel libro perché è molto simile ad una che mi sono data in questi anni. Non parlo mai ad un cliente di un problema se non ho almeno un’alternativa da proporgli. Non ha senso gettarlo nello sconforto o farlo preoccupare mentre io mi attivo per trovare una soluzione. La trovo prima di comunicargli il problema che, a quel punto, non lo è più. Altrimenti che senso ha avere un wedding planner?

“Scoprire i trucchi del mestiere e copiarli...quelli bravi copiano, e in pochi sanno copiare bene” - Non ci potevo credere ma in questo libro Farinetti dichiara di aver copiato tantissimo nella sua carriera. E con ottimi risultati. Te lo segnalo, anche se ti invito ad imparare dagli altri e a rielaborare il tutto con una chiave molto personale. Ne avevo parlato in modo più approfondito qui. 

“Oscar amava distinguere tra chi c’è per apparire e chi c’è per farcela” - E tu? Rispondere a questa domanda richiede coraggio.

“La P di People che sovrastava di gran lunga le altre di Product, Price, Placement e Promotion” - Farinetti ha aggiunto una P alle famose quattro P del marketing (teorizzate da Jerome McCarthy). Credo che sia la lezione più importante che ci possiamo portare a casa da questo libro: quello che facciamo lo facciamo per le persone che ci scelgono, dobbiamo comunicare sempre pensando alle persone a cui ci rivolgiamo, ai loro bisogni e ai loro desideri. 

“C’è una cosa che si chiama know how che non si può inventare, occorre impararla" - Il lavoro di wedding planner sembra che lo possa fare chiunque. Non è così, affatto. Impara prima di tutto!

“Un mercante che non è capace di produrre la propria comunicazione è come un calciatore che non sa usare i piedi: scalderà la panchina” - Puoi sostituire la parola mercante con il termine wedding planner. Tu ti devi occupare della tua comunicazione se vuoi vivere di questo lavoro. Per questo nella Digital School approfondiamo così tanto il mondo della comunicazione!

Qual è la lezione che ti ha colpito di più?

Se vuoi iniziare a studiare per diventare wedding planner ho un regalo per te: l’audio coaching dell’Academy! Lo trovi qui.

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